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Cammini Diario di bordo

In cammino per la terra dell’Agro Falisco

Se vi nomino “Lazio” a cosa pensate?! “Roma” direte voi, no?! Eppure, di paesaggi preziosi e alquanto belli poco lontani da Roma ne è pieno, ma anche abbastanza poco conosciuti.
Per questo ho accettato di incamminarmi lungo un percorso di quattro giorni, per 76 km insieme ad un gruppo di camminatori, per andare a scoprire l’Alt(r)o Lazio.

In cammino per la storia dell’Agro Falisco

Il cammino che abbiamo intrapreso per scoprire questa terra ripercorre strade antiche romane, attraversando piccoli borghi sospesi, circondati da una natura selvaggia e rigogliosa.
Il territorio in cui ci troviamo fa parte dell’Agro Falisco, nel cuore dell’Alto Lazio, tra Roma e la Tuscia Viterbese. La caratteristica naturalistica sono le forre: dei profondi canyon scavati nel tempo dai numerosi corsi d’acqua che scorrono al loro interno, coperti da una folta vegetazione.
L’Ager Faliscus deve il suo nome ai Falisci, un’antica civiltà che si stabilì in queste terre fertili per secoli. Popolo di ceramisti dalle capacità innate e di un’intelligenza avanzata, ha abitato la Valle del Treja quasi tremila anni fa.

Vie Cave

Narra la leggenda che l’eroe capostipite dei Falisci fu Aleso, figlio illegittimo di Agamennone, fuggito poi in Italia, dove si stanziò nel Lazio per dare origine alla città antica di Falerii, l’odierna Civita Castellana.
Il cuore del territorio falisco può essere identificato con il fiume Treja, via di comunicazione importantissima e dove questa civiltà ha avuto la sua massima espansione.
Le stretti valli, il territorio delle forre e le sue imponenti rupi di tufo furono luogo ideale per lo sviluppo delle città dei Falisci, rinomate soprattutto per la loro elevata difendibilità.
Alleati a nord con gli Etruschi, i Falisci, entrarono nel mirino dell’espansione dei Romani, che poco a poco conquistarono le zone dell’agro falisco, dove cultura e lingua vennero in breve tempo “romanizzate”.

Successivamente il potere di Roma prevalse, tanto da segnare la costruzione della grande Via Amerina, che congiungeva Roma con l’Umbria e arrivava fino a Ravenna denominata il “Corridoio Bizantino”, poiché fu teatro della battaglia tra i Bizantini e i Longobardi. È un tracciato molto antico che funge da “cucitura” di tracciati locali precedenti. Usato prevalentemente a scopo commerciale, era il percorso più diretto e veloce per raggiungere l’Umbria da Roma. Quando si parla di via Amerina si intende, secondo alcuni studi, al tratto da Falerii Novi ad Ameria (da cui prende il nome) mentre il tratto sud si sarebbe chiamato Via Annia.

I Falisci avevano molta affinità con i loro vicini di casa, gli Etruschi, anche se parlavano una lingua diversa dall’Etrusco. Questa vicinanza portò una contaminazione etrusca del popolo Falisco sia nelle scelte politiche che culturali. Molto spesso i Falisci si allearono con gli Etruschi per contrastare l’espansione dell’impero romano e nonostante quest’unione portò ad una serie di vittorie, le varie città caddero in mano a Roma.
Un evento molto suggestivo che ancora oggi si ricorda, è la caduta della capitale falisca Falerii, rasa al suolo dall’impero romano, dove tutta la popolazione venne portata in un luogo vicino, e dove poi sarebbe sorta una città interamente in stile romano, Falerii Novi, la Nuova Falerii.

Necropoli

Per quanto riguarda la vita di questo popolo non si può non menzionare le famose necropoli falische, che ricordano molto quelle rupestri etrusche e rievocano veri e propri templi nella loro struttura, con scalinate, sarcofagi, colonne, altari e vasche. Come anche da tradizione etrusca, infatti, le necropoli non erano solo il luogo per onorare i defunti, ma anche il punto di incontro della comunità per svolgere i “giochi” (ludi) in onore degli antenati. Un elemento riconoscibile e curioso sono queste piccole cavità denominate nicchie o anche “scaccia-diavoli”.
Si nota, attraversando questi luoghi immacolati e tenebrosi, come siano state realizzate vicino a queste vie cave o cavoni. Lunghe vie lastricate di origine falisca scavate nel tufo, che mettevano in comunicazione i vari insediamenti.

Un senso di mistero avvolge ancora oggi questo popolo così lontano nel tempo e inglobato in un territorio piuttosto ristretto, ma che, attraverso paesaggi antichi, tombe, gesta, aree archeologiche e molto altro, ha lasciato i segni della sua importante civiltà.

All’interno di un Biodistretto

Siamo nel Biodistretto della Via Amerina e Forre, che tutela un florido patrimonio naturale di biodiversità. Una destinazione turistica che promuove il turismo sostenibile e green insieme alle amministrazioni comunali, le attività economiche del settore e le associazioni del territorio. Inoltre, coordina le risorse del turismo dell’Agro Falisco, che è composto da 13 comuni: Civita Castellana, Corchiano, Castel Sant’Elia, Canepina, Calcata, Gallese, Nepi, Orte, Vasanello, Vignanello, Vallerano, Faleria, Fabrica di Roma. Questi piccoli borghi sono quasi tutti arroccati su rupi di tufo e attraversate dalle forre, costruiti così per aumentare la loro difendibilità.

Nepi, borgo sospeso
IL CAMMINO DELLA LUCE

All’interno ritroviamo l’antica Via Amerina, conosciuta anche come Cammino della Luce. Percorrerlo è un ottimo modo per visitare questa terra. Lungo il percorso si incontrano diversi paesi dell’Agro Falisco, luoghi incontaminati, ruderi e necropoli. È oggi una delle strade meglio conservate dell’Etruria Meridionale. Partiamo da Amelia, in Umbria, per arrivare a Campagnano di Roma, dove la Via Amerina incontra la Via Francigena.

In cammino tra agricoltura e beni comuni

Il nostro cammino in questa terra parte da Orte, centro della valle del Tevere, per finire a Civita di Castellana. Nell’intermezzo abbiamo incontrato altri centri abitati tra cui: Gallese, Corchiano, Castel Sant’Elia, Nepi, Calcata e Faleria, che sono state tappe di rifocillamento, riposo e arricchimento. Tra una tappa e l’altra ci siamo addentrati in luoghi dove natura e opera umana si fondono. Le vie cave, ad esempio. Abbiamo percorso strade antiche romane, come la Via Amerina e alcuni tratti del Cammino Tuscia 103, realizzato dal CAI di Viterbo.
A farci strada c’erano diverse guide ambientali escursionistiche del territorio, operatori del Biodistretto della Via Amerina e Forre, Associazione Orte Green Way, In Agro Falisco e It.a.cà, che sono stati anche gli stessi ad organizzare questo evento, creato proprio per far conoscere il territorio.

Gruppo in partenza

Il gruppo era formato da una trentina di camminatori, provenienti da diverse parti d’Italia e di diverse età! Il percorso è, dunque, adatto a tutti. Non ci sono limiti d’età per immettersi su questi sentieri, però si consiglia di avere già un pregresso allenamento alla camminata (come sempre vi consiglio 😊).
Le tappe si aggirano intorno ai 20 km al giorno, con un dislivello minimo. Si possono intraprendere questi percorsi anche in giornata; sono stati ideati percorsi ad anello che vi permettono di scoprire alcuni luoghi ritornando allo stesso punto di partenza in giornata e potete percorrerli o in autonomia o con delle guide del posto (potete chiedere informazioni ai link segnati in azzurro qui sopra).

Per i dettagli del cammino percorso con il gruppo, vi aspetto all’articolo successivo 😊



I 10 comandamenti (più uno) del buon camminatore
  1. Fermarti quando il tuo corpo e la tua mente lo necessitano.
  2. Riprendere fiato dopo una lunga salita.
  3. Seguire il proprio ritmo.
  4. Parlarsi, ascoltarsi, capirsi, accettarsi, amarsi.
  5. Accettare le difficoltà e superarle.
  6. Non tutto si ottiene subito.
  7. Sorridere, sempre e comunque.
  8. A volte perdersi ci fa scoprire strade e panorami che ci tolgono il fiato.
  9. Potete mollare.
  10. Decidere con chi camminare è fondamentale.
  11. Vivere di poco è il segreto della felicità.

3 risposte su “In cammino per la terra dell’Agro Falisco”

Il nostro paese ci riserve luoghi meravigliosi in ogni angolo e questa ne è la prova 🥰 sicuramente da visitare almeno una volta.

Ciao Cecilia, sono Maurizio, ti ringrazio per il bel racconto con il quale hai presentato il nostro territorio. Ancor più piacevole sapere che ti abbiamo lasciato un bel ricordo dell’esperienza vissuta. Ti aspettiamo nuovamente per un nuovo cammino

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